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rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

lunedì 20 settembre 2010

UNA REGOLA D'ORO PER LA SCUOLA


FAI AGLI ALTRI QUELLO CHE VORRESTI FOSSE FATTO A TE

di A. Gatti

Fonte: Città Nuova

Foto di Sergio Rizzato

Sergio è un concentrato di vitalità e di simpatia , non si fa fatica a pensarlo a scuola, a stretto contatto con bambini chiassosi ed esuberanti. Ma il suo entusiasmo per il mondo dell'educazione, condiviso con la moglie insegnante, ha radici lontane e limpide, passa attraverso la scoperta umana e personale di linguaggi alternativi e moderni per dare valori e linee: la coerenza è una delle sue forze... Costretto alla coerenza da figli ed alunni!”...La “Regola d'oro” è una delle strategie che Sergio Rizzato ha messo in gioco, anche di recente con i suoi significativamente intransigenti bambini. Ascoltarlo è un piacere:Quest’anno stavo spiegando alle due sezioni di classe quarta elementare la Preistoria e la nascita dei primi villaggi. Guardando un disegno del libro mi è venuto in mente il villaggio di Fontem del popolo dei Bangwa in Camerum, a favore del quale da giovane ho collaborato con gli altri gen all“Operazione Africa” mandando dei fondi per costruire una turbina per l’energia elettrica e un ospedale. Ho raccontato ai bambini della meravigliosa cultura di quel popolo, ma anche delle difficoltà che incontrava, specie a causa di una grave malattia che provocava una forte mortalità infantile, tanto che il popolo dei Bangwa rischiava l’estinzione. Il Fon, il re della tribù, insieme al suo popolo per mesi e mesi aveva pregato Dio affinché facesse cessare questa calamità, senza però essere esaudito nelle sue preghiere. Infine si era rivolto ad un vescovo cattolico che dovendo venire in Italia aveva incontrato Chiara Lubich e le aveva parlato dei problemi di quella tribù nella foresta africana. Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari,aveva subito mandato dei medici ed infermieri che per anni erano rimasti lì vivendo come i Bangwa, abitando nelle capanne e mangiando come loro, e che erano riusciti a debellare definitivamente la malattia. Quando poi Chiara era andata a Fontem per inaugurare l’ospedale, il Fon le aveva detto:”Siamo imparando dal vostro esempio, a vivere come voi”, cioè anche i Bangwa avevano cominciato a vivere la regola d’oro: ”Fa’ agli altri quello che vorresti che gli altri facessero a te”. Adesso più villaggi e popolazioni vivono la “Regola d’oro” ed anche i loro re si vogliono bene come dei fratelli, tanto che uno di questi ha affermato che nel suo popolo gli capita meno frequentemente di dover giudicare e punire chi si comporta male”

...

...Poi ho raccontato ai bambini che all’ingresso del palazzo dell’O.N.U. c’è un grande disegno che mostra immagini di persone appartenenti a popoli diversi di tutto il mondo e dove al centro è riportata a caratteri dorati la “Regola d’oro” appunto, e ho spiegato che molte culture esprimono con parole diverse lo stesso invito:- Fa’ agli altri quello che vuoi che gli altri facciano a te”.

Sergio, sempre documentato, per non rischiare di incorrere in qualche osservazione trabocchetto dei suoi alunni, si è premurato di divulgare precisamente cosa si intende per “regola comune a tutte le culture” e d ecco alcuni passi della presentazione, utili per chi voglia saperne di più:

GIUDAISMO: ”Non fare a nessuno ciò che non piace neanche a te” (Tob 4,15 )

CRISTIANESIMO: ”Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te (Lc 6,13)

ISLAM: “Nessuno di voi è credente fino a quando non desidera per il fratello

quanto desidera per se stesso” (Hadit 13, al Bukhari)

INDUISMO: “Non comportarti nei confronti degli altri in un modo che è spiacevole

anche per te stesso” (Mahabharata 5:1517)

BUDDISMO /Giappone: "L’apice della compassione è dimenticare se stesso e servire

gli altri." (Saicho.- monaci della Tendai-shu)

Infine ho proposto ai bambini di vivere insieme la Regola d’oro. Un bambino della 4^A mi ha detto :-Ma, maestro, è difficile vivere così!- mentre nella 4^B i bambini mi hanno fatto presente che era impossibile viverla durante l’ora di catechismo perché tutti si comportavano male, perché si lasciavano coinvolgere da alcuni bambini di un’altra classe che disturbavano in continuazione, e la catechista doveva spesso intervenire duramente.

Impressionato dal racconto dei bambini, ho detto loro che l’unica possibilità che rimaneva era quella di provare a vivere la Regola d’oro tutti insieme e che uno di loro doveva ricordarlo agli altri prima di entrare al catechismo.

Il giorno dopo ho chiesto ai bambini com’era andata e li ho visti tutti entusiasti perché la catechista aveva chiesto loro:- Ma cosa avete oggi che siete così buoni!- ed essi le avevano spiegato che a scuola il maestro aveva proposto di vivere la Regola d’oro: “Fa’ agli altri quello che vorresti gli altri facessero a te”; al che la catechista aveva detto:- Voglio proprio conoscere il vostro maestro!

Poi i bambini avevano sentito che la catechista aveva confidato ad una collega che i ragazzi quel giorno erano stati “dei santi”.

Sergio sorride divertito. Lui ha fatto il primo passo educativo, il resto lo hanno fatto i bambini e quel qualcosa in più che si chiama fiducia e ottimismo: e i bambini, si sa, sono i primi a credere a quello in cui tu credi fermamente.

Adesso- continua Sergio - in classe ogni occasione è buona per ricordarci di vivere la Regola d’oro: basta solo accennarla e subito si sente che le cose si raddrizzano da sole senza bisogno di tanti rimproveri.

Anche studiando gli articoli della Costituzione, così importanti per i valori che cercano di tutelare, mi è venuto spontaneo dire ai bambini che se tutti vivessimo la Regola d’oro, anche la Costituzione sarebbe inutile.

Questo è solo una piccola cosa, ma intanto mi sembra di offrire ai bambini una risorsa importantissima per la loro crescita umana, una chiave attraverso la quale essi possono dare un senso alla loro vita e al loro essere inseriti in una comunità”.

...E anche questa è una delle straordinarie normalità della vita di tutti i giorni nella nostra scuola, da scoprire e valorizzare, da saper leggere con occhi attenti e cuore pronto.


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