Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

lunedì 31 dicembre 2012

Auguri...l..e..n..t..i


Auguri lenti... per imparare a pensare, a conoscere, a riflettere, ad attendere a costruire, a rispettare, ad attendere, a rassicurare...
AUGURI BAMBINI!
AUGURI ANCHE
A MAMME E PAPA',
NONNE E NONNI,
AMICHE E AMICI,
MAESTRE E MAESTRI
E A TUTTI COLORO
CHE SI SPENDONO
PERCHE' POSSIATE CRESCERE
FORTI E LIBERI
anche nel 2013.
 
 
pubblicato da Annamaria e Maddalena
ill. di Nicoletta Costa


giovedì 27 dicembre 2012

Giocare insieme fa bene. A tutti.

Si trascorre molto tempo  insieme  in questi giorni di vacanza, forse anche di ferie, per i genitori. Scuola chiusa e non solo, attività sportive, culturali... asili nido e nonni a riposo.
Amici da incontrare, esperienze indimenticabili per coloro che sono in viaggio o che vivono con mamma e papà realtà alternative di condivisione, tanto per vedere al di là del proprio nasino e scoprire che ci sono bambini che ci donano molto senza possedere nulla e per i quali si può rinunciare saggiamente a qualche dono.
 
Sono i momenti del so-stare e del gioco insieme, genitori - figli, attimi che valgono oro per la vita e che rimangono impressi, che educano e fanno bene a tutti, genitori e bambini.
Come è accaduto a...
 
Mario, così lo chiameremo, ha una situazione difficile da portare per i suoi pochi anni. Mamma non c'è.  Quando disegna, traccia con molta abilità i giochi condivisi con il padre, magari sempre quelli, con mille sfumature diverse sia nelle forme, sia nel colore.  Mario dà un messaggio importante, da leggere!
Mario ama il padre, che non ha molto tempo da dedicargli, ma che  ha imparato a giocarselo tutto per stare insieme. Prima gli sembrava ovvio e naturale, preso dai suoi problemi, fare altro, si sentiva un po' inadeguato per quel figlio sensibile.
Giocare con Mario (tre "lunghe" volte al giorno prima di pranzo, prima  e dopo cena)  lo ha reso un papà più consapevole e assolutamente creat-tivo. Mario è diventato più sicuro e capace di raccontarsi finalmente! Anche a scuola  può spiegare gli incredibili giochi che fa con il papà e viene ammirato per questo.
Il padre intanto ha scoperto risorse assopite, un'immagine di sè paterna molto più positiva, ha visto sotto una luce nuova i suoi problemi e le forze per affrontarli. Insomma, il gioco con i bambini fa bene!
Pubblicato da Annamaria Gatti
foto da forumsolidarieta.it

sabato 22 dicembre 2012

Tornare fanciulli, anche noi.



Da quella perla editoriale che è il numero mensile de "I luoghi dell'infinito" di Avvenire,   raccolgo la profonda proposta di accostarsi all'infanzia, vista l'imminente festa dell'Infante Gesù, con occhi nuovi, con mente libera, che accoglie sfide nuove e che si riconcentra sulla realtà dell'infanzia profeticamente vissuta. Un mondo ricchissimo, quello dei bambini, da scoprire, vivere, interpretare e difendere, una realtà  troppo violata nella ricchezza e nella povertà.
 
TORNARE FANCIULLI, STRADA PER IL CIELO
da "I Luoghi dell'infinito" di Ermes Ronchi, dicembre 2012.
olio  su tela  di Fritz von Uhde "Suffer the little children come to me"

... "Portavano dei bambini a Gesù perchè li toccasse"
Per un contatto fisico, perchè i bambini capiscono subito il linguaggio del corpo, perchè loro il corpo dice il cuore. I bambini sono braccia aperte inviate alla terra.
... I bambini sono cosa sacra. A chi è come loro appartiene il Regno di Dio.
I bambini non sono solo teneri, ma anche egocentrici, impulsivi, istintivi, a volte persino spietati, ma sanno aprire facilmente la porta del cuore a ogni incontro, non hanno maschere, sono spalancati verso il mondo e la vita. I bambini sono maestri nell'arte della fiducia e dello stupore... facili al sorriso e incapaci di preoccupazioni nel segno della libertà.
Il bambino... porta la festa nella grigia ferialità quotidiana, perciò è naturalmente portato ad essere gioioso, ad aprire la bocca in un sorriso quando ancora non ha smesso di asciugarsi le lacrime. Prendendoli fra le braccia li benediceva perchè nei loro occhi il sogno di Dio brilla, non ancora contaminato.
Essi sono naturalmente religiosi, perchè vivono, nella liturgia di abbracci che è la loro giornata, l'esperienza di un amore che è al contempo sacro e profano, umano e divino... 
Noi ci sentiamo grandi, chiusi in ruoli importanti e nella serietà, come in una corazza respingente, nelle idee impugnate come armi. Gesù ci disarma e sguinzaglia il nostro lato giocoso, fanciullesco. Se non diventerete come bambini... Arrendersi all'infanzia è arrendersi al cuore. E' arrendersi al riso e soprattutto accettare di lasciare la mano in quella dell'altro, abbandonarsi senza riserve."

Che lo si voglia o no, che ci trovi credenti o no, questo Bambino, ci interroga, ci sconvolge e ci invita in spazi dove non è concesso ad altri, per ritrovare la dimensione umana, immersa nel divino.

pubblicato da Annamaria

 







lunedì 17 dicembre 2012

Pillola: capaci di letizia.


Per la serie "Cosa dicono i bambini?".
Laura non è giovane e me lo fa notare, ma non per lagnarsi del fatto inopinabile, ma per rallegrarsi di un fatterello, che ha in sè tutto il sapore di questi giorni...

Un gruppo di bambini lavora con lei, hanno sette anni e sono molto compresi dal lavoro che stanno svolgendo. Laura conduce amabilmente le cose, con estro e pazienza, sorride, sorride spesso, come è suo solito. I  bambini rispondono con impegno. Sorridono anche loro, incalzati e sorretti in quella pratica così coinvolgente.

Ai loro occhi, ne sono certa, i suoi capelli pepe/sale da contestatrice perenne e mai pentita, sembrano argentati, più che grigi... I suoi occhi verdissimi brillano e, complici, ignorano le rughe d'intorno e qualche fitta, tipica dell'età e i movimenti non più sciolti.
Poi la frase buttata là con noncuranza:
"Tu sei una bella maestra e io oggi sono contento!"
Il tipetto capace di raccontare questa minuscola, marginale, ma vitale letizia,  riprende soddisfatto il suo lavoro e la maestra è rimasta senza parole... Almeno per questa volta.
Chissà cosa pensano  le maestre! Forse  che comincia da noi adulti... la letizia.
Pubblicato da Annamaria
Illustrazione di Nicoletta Costa

venerdì 14 dicembre 2012

I figli: altro da noi, con le loro immense ricchezze


PENSAMI GRANDE!
di Annamaria Gatti

 

Silvana si muove con leggerezza per casa e fa mille cose  con la laboriosità dell’ape e la delicatezza della farfalla.

E’ attenta a tutto e soprattutto a tutti coloro che incontra, per i quali ha sempre una parola di interessamento. Un occhio vigile all’orologio perché l’efficienza è per lei,  saper anche  scandire il tempo. Ma non se ne cruccia e per questo a me sembra un pozzo di saggezza e di equilibrio tutto  femminile.

Sembra giovane ancora e solo quando si affianca al figliolo, allora hai la certezza che questi suoi anni siano portati proprio bene.

Davide infatti  è già un giovanottino della scuola media, più alto di lei, cresciuto in fretta, sembra un principe biondo.

Fra una cosa e l’altra Silvana  osserva limpidamente, senza pretese:

“Sono contenta di Davide, ha imparato a fare da solo, sa studiare e ha capito che tutto dipende da lui e dalla sua buona volontà. Io ho fiducia nelle sue possibilità. Questa fiducia l’ho sempre avuta, anche quando molti intorno  mi dicevano che non c’era da aspettarsi molto da un figlio disabile. E mi guardavano anche con un po’ di compassione”.

Silvana si ferma e sorride, poi continua.

“E ho avuto ragione, Davide ha vinto molte battaglie, ha preso buoni voti ed è stato promosso anche quest’anno. Ha buoni rapporti con i suoi professori e con i suoi compagni, si aiutano, stanno  bene insieme e vedo  Davide contento. Neppure il padre credeva ai suoi occhi quando lo ha visto recitare sul palco”.

Un guizzo di soddisfazione le  colora il viso.

 “Bisogna avere fiducia nei figli e fargliela sentire sempre, crederci ed esigere che poi ci mettano tutta la loro capacità, perché camminino da soli e acquistino autostima”.

  Quando vedo mamme disperate perché i loro figli non fanno meglio degli altri mi dispiace, perché capisco che hanno preso la strada sbagliata. Dico a loro che non è il caso di affannarsi troppo per rendere facile il cammino dei figli e pretendere che si distinguano a tutti i costi e che vadano proprio là, nella  direzione voluta. E poi si disperano se gli stessi figli rispondono male o rifiutano ogni loro  aiuto. Si sentono incapaci e  per forza si ribellano!”

Davide sta leggendo un libro seduto sul divano. E’ sempre educato e rispettoso, lo sguardo dolce di chi è in pace con tutti e prima di tutto con se stesso. Poi saluta, con un sorriso attento alla persona che ha davanti, senza timidezze.

Quali interessi ha Davide se lo pensiamo grande?

“A Davide piacerebbe coltivare bene un orto, ha dimostrato abilità con i pomodori… Ma vorrebbe anche imparare a suonare la batteria… Poi ha un’altra passione…” e qui la voce di mamma Silvana si affievolisce e sussurra “…gli piace fare la pizza,  potrebbe studiare in qualche scuola specializzata, vero?”

Già, forse il cammino è proprio aperto per questo figlio molto amato, perché promosso nella vita, prima di tutto da una madre che non si è mai scoraggiata e lo ha lasciato volare con le sue ali.

Beati i miti, penso ripetendo una complicata lezione, beati i puri di cuore.

venerdì 7 dicembre 2012

Quattro buoni motivi per accogliere un figlio.


 
Loro sono i primi del lunghissimo corteo di Budapest,  giovani ritrovatisi da tutto il mondo per dichiarare,  con grande entusiasmo e determinazione,  la loro volontà di operare per la cooperazione,  per fare migliore il  mondo...
Le notizie di oggi sono di quelle che ci fanno sospirare mentre ci chiediamo dove se ne  va il buon senso e la buona volontà di tanta gente ai posti di comando...
Mentre problemi serissimi ci assillano, l'organizzazione "Save the Children" mette seriamente in guardia: i figli sono ormai un bene raro per l'Italia.
Interi paesi svaniti nel nulla, a leggere i  numeri delle statistiche. Non è novità, ma le cose si fanno sempre più serie e, in proiezione, nel 2030 saranno insostenibili.
Lasciamo ai sociologi l'esame del fenomeno per nulla nuovo, che compromette il futuro e al quale non viene data saggia e adeguata attenzione nè dal mondo politico, nè da quello  economico. 
Perdendo, da scellerati, tempo prezioso.
Però... Intanto molti, come sempre, si danno da fare spesso eroicamente.
Provo a condividere qualche buon motivo per convincere che un figlio non rappresenta solo la garanzia economica della futura società.
E' molto molto di più.
Un figlio ti fa toccare con mano il limite della solitudine.
Un figlio comunque e dovunque  è lì per sussurrarti  speranza e fiducia.
Ti risparmia il gelo della vita.
Un bambino ti costringe al rispetto per te stesso.
...E alla coerenza ferrea!
E arriva quando tu, in fondo, ne avevi più bisogno. Anche se spesso lo capisci dopo.
Lui completa la tua umanità.
Intanto lui ti apre un mondo incredibile, che avevi dimenticato.
Un figlio ha sempre le domande giuste quando sente che tu hai bisogno di farti chiarezza.
Per lui, lo sai! sei sempre la cosa più importante...

Avrai qualcuno a cui raccontare la tua saggezza.
Sogni che sia la tua compagnia e il tuo sostegno quando sarai vecchio.

Un bambino ti chiede l'essenziale della vita e ti riequilibria.
Questo figlio è il compagno alla ricerca delle coordinate dell'anima.
Un figlio è il punto d'incontro con l'Infinito.
E sconfigge la morte.
Pubblicato da Annamaria
Foto da Let's Bridge - Incontro mondiale dei giovani - settembre, Budapest 2012
 
 
 
 
 
 

giovedì 6 dicembre 2012

Legami che liberano. Da Elisa, mamma di Maria Teresa

Foto fonte Città Nuova, 25 novembre 2012: la famiglia di Margherita  e Peter Kostner di Ortisei
Carissima Annamaria,
sono una mamma di 33 anni con una bimba di 4 di nome Maria Teresa. Proprio ieri guardavo insieme alla mia piccolina il film di animazione che hai commentato. Mi permetto di spezzare una …freccia? In favore della piccola Merida, che mi ha riempito di vero entusiasmo, tanto da farmi dire “ Magari alla sua età avessi avuto le idee così chiare” e continuo “magari mia figlia alla sua età potesse avere le idee così chiare”.
Di sicuro nessuno di noi, uomini o donne, vorrebbe che qualcuno facesse al suo posto delle scelte così importanti come quella del MATRIMONIO. E’ questo quello che la protagonista non vuole, senza per questo dimenticare gli insegnamenti materni che riesce a mettere in pratica al momento opportuno. Con grande
commozione di mamma-orso e di qualunque madre si trovi davanti alla scena in cui un figlio insegna agli altri un valore che gli è stato a sua volta insegnato.
Trovo che il film a differenza degli altri, ormai veramente ripetuti (e ti confesso che io credevo si sarebbe alla fine innamorata del principe orso…tanto finiscono tutti così) , metta in luce proprio quello che tu sostieni: l’importanza del legame genitore-figlio che va al di là delle parole ma che si concretizza nel momento in cui riescono ad avere una relazione, una condivisione.
Quando Merida vuole ottenere qualcosa da sola, combina un grande disastro trasformando la madre in un orso e facendole rischiare la vita. La nuova relazione che si crea tra le due, basata sulla condivisione e sul rispetto dei desideri l’una dell’altra fa sì che la mamma scopra nella figlia un’educatrice e allo stesso tempo Merida si rende conto di quanto sua madre sia importante per lei, tanto da essere pronta a sacrificare la sua vita sfidando suo padre. E questo non è amore?
La figura della madre poi è qualcosa
di splendido: forza, bellezza, umiltà, decoro e amore per la propria famiglia. Regina fortunata in quanto COSTRETTA a sposare un principe che non conosceva e che poi si è rivelato essere fedele e generoso (..se penso che la mia nonna paterna non ha avuto la stessa fortuna, oserei dire un caso più unico che raro).
Sinceramente, questo film ha finalmente lanciato diversi messaggi importanti: che tutti abbiamo un disegno per cui siamo nati per realizzare il quale dobbiamo ascoltare il nostro cuore e gli insegnamenti delle persone che ci amano.

Che non esiste soltanto l’amore in senso affettivo, ma anche l’amore materno, paterno, fraterno e l’amicizia vera, che in particolare tra gli adolescenti scarseggia.
Infine, e soprattutto, che siamo liberi di costruire ogni giorno della nostra vita, perché nel momento in cui facciamo una scelta consapevole e nella libertà, è allora che ci sentiamo realizzati.

Elisa
pubblicato da Annamaria
 

domenica 2 dicembre 2012

Solo insieme si può: un delicato, profondo messaggio

Irene-e-la-conchiglia

Fonte: Città Nuova
Annamaria Gatti
 
“Irene e la conchiglia”
Alessandra Jesi Soligoni
Illustrazioni di Francesca Marina Costa
Aurelia Edizioni

Irene trova una conchiglia e la storia  incalza con la  delicatezza della narrazione accurata di Alessandra Jesi Soligoni, scrittrice pluripremiata, di ampia esperienza e di forte sensibilità educativa.

La conchiglia di Irene è  l’emblema del desiderio di conoscere e di relazionarsi con il mondo  di questa bambina, dolcissima nei tratti ed efficace nelle espressioni, anche grazie alle illustrazioni che la interpretano.

Il bambino Karim invece viene… “da lontano” e possiede una rosa del deserto, custode del passato e del presente del ragazzo, che lascia casa e luna, per trovarle altrove, con la fortuna,  al di là del mare.

La conchiglia parla e Irene impara ad  ascoltarla.
Il fiore del deserto racconta tempi e  sorrisi di Karim.

Irene  regalerà  il suo tesoro  a Karim, appena  sbarcato sulla  luminosissima isola, che lei così bene controlla dall’alto della sua duna di sabbia dorata. La bambina si fa accoglienza, ancor prima di ricevere in dono  la gemma del Sahara, e per molti giorni ancora, ma  non più solitari sulla duna.

Il volume è una sorpresa,  sia per l’incantevole vena poetica che pervade un  testo profondo,  sia  perché il formato permette un’ impaginazione ideale per la narrazione: testo e illustrazioni si accompagnano adeguatamente per questo viaggio nel mondo della comunicazione non  verbale, non solo dell’infanzia, ma di coloro che si dispongono con meraviglia  ad  incontrare il diverso e il lontano.