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venerdì 20 maggio 2016

Lettere a Papa Francesco. Un libro, un tesoro.


Recensione di Annamaria Gatti
Città Nuova, maggio 2016

Un buon lavoro, questo libro per ragazzi, ma certamente gradevolissimo e intenso anche per genitori, nonni ed educatori con  una bella introduzione di   Antonio   Spadaro, che incontra il Papa senza fronzoli e cerimoniali e a cui il Papa stesso offre un succo di albicocca.

Immagino che la scelta delle letterine per cui chiedere una risposta a Papa Francesco, sia stata laboriosa… Dalle pagine raffinate e ben redatte e che forse  giustifica il costo un po’ impegnativo (17 euro) del volume, ci guardano le foto dei bambini e i loro disegni.
“Cosa faceva Dio prima di fare il mondo?”
“… Mio nonno non è cattolico ma non è disposto a fare del male. Lui andrà lo stesso in paradiso?”
“Se Dio ci ama così tanto..perchè non ha sconfitto il diavolo?”
 “Anche le persone cattive hanno un angelo custode?”
“…Sai perché alcuni genitori litigano fra di loro?”
 Qualche domanda è particolarmente difficile, ma poi la risposta del Papa è sempre ricca di spunti e di buoni pensieri. Non pensieri scontati, ma davvero osservazioni e spiegazioni di chi vola alto,  dove lo spessore educativo  è direttamente proporzionale all’empatia suscitata.
“.. La sofferenza va vissuta con speranza… non siamo prigionieri della sofferenza e tu lo hai disegnato esprimendolo con il sole, i fiori… il tuo sorriso mentre voli giocando a palla…”
E’ il parroco amabile e tenero che si rapporta con questi bambini e che rispondendo a uno vorrebbe arrivare a tutti e questo anelito lo si respira e ad ogni pagina tanto che possa essere inevitabile pensare: questa me l’ appunto, una bella risposta davvero! E subito pensi che ti servirà per rispondere ai tuoi figli o ai tuoi nipoti. Insomma ti chiarisce alcune idee forti.
“Il diavolo è uno sconfitto: non te lo dimenticare… è come un cane legato  che abbaia e ringhia, ma se nn ti avvicini non può morderti.”
Nelle  parole  di Francesco c’è la condivisione con quel bambino o con quella bambina,  dei suoi sentimenti, c’è l’abbraccio virtuale ma sincero, l’interesse per la domanda posta e la risposta “a misura”, carica di benevolenza e di rigore, di misericordia e di incitamento al bene.
“Tua mamma sta  in cielo  bella, splendida, piena di luce… Ogni volta che ti vede tua mamma è contenta se ti comporti bene. Se non ti comporti bene lei ti vuol bene lo stesso e chiede a Gesù di farti più buono…”
Niente di scontato o paternalistico. Francesco ancora una volta è sceso dalla pedana o dalla papamobile per immergersi nella folla vociante e trepidante dei bambini. E lì parlare della sua vita e  di un Dio buono e vicino, capace di stravolgere il male del mondo, e di proteggere loro. I bambini.
“Vedere un bambino per me è vedere il futuro. Sì, sento tanta speranza…”
Ai lettori scoprire il significato del titolo. Per i bambini è risultato  molto semplice. Lo si sapeva.

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