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Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

martedì 12 dicembre 2017

Quali scelte educative per favorire l'autostima nel bambino?

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A toccare il tasto dell'autostima, ecco che si accendono interessi forti. In questa società il grado di autostima infatti viene percepito come uno dei massimi valori della persona.
Io valgo, tu vali... questo il nodo di molte questioni.
Ed è una verità, in fondo. Ma capovolta.
Mi spiego: sono entrata nella massima praticità, raccontando di auto-svezzamento nel post precedente.
Da lì continuiamo.

Un bambino o una bambina a cui sono date, fin da piccolissimi, possibilità di poter mangiare in autonomia, per godere della funzione elementare di alimentarsi da solo pur in un contesto familiare, ricevono messaggi vari di conferma della propria capacità di intervenire sulla realtà e di utilizzarla con fini propri. 
E così ogni ambito della loro esistenza (vestirsi, curarsi, muoversi, organizzarsi, fare manualmente, costruire, sperimentare...)  si avvale di tale meraviglioso gioco del poter fare da soli ciò che possono  e devono, in autonomia (altra parola ...magica).


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Ogni genitore, e ogni educatore in genere, che sperimenta questa quotidianità e mette con saggezza e prontezza nelle condizioni il bambino di fare da solo e accoglie anche l'insuccesso o l'errore con empatia,  ha una risposta di gratitudine e di gioia per colui che si è sentito rispettato, amato,  un verbo che abbraccia tutto, non per quello che "fa" ma per quello che "è".

L'unità di misura per lo stile educativo ancora una volta è la soddisfazione del bambino. Il suo sorriso, la gioia dell'agire e dell'imparare. 
"Una prova della correttezza del nostro agire educativo 
è la felicità del bambino" .
Maria Montessori
E un bambino felice non è un bambino che possiede o che è servito, ma una persona che vuole apprendere perchè sente di valere e che questo valore lo porta anche a far fronte a disagi, difficoltà, errori e delusioni, da cui "giocare a riprendersi"!

"Faccio io al tuo posto" non è "ti aiuto" ma ha un significato analogico molto più severo:
"tu non sei in grado e io mi sostituisco a te" "tu non vali" "io non ho fiducia in te" "non sei capace, sei piccolo" 
"Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo  
un compito  nel quale sente di poter avere successo". 
Maria Montessori

E l'adulto? Un consulente e un supervisore, un punto di appoggio e di conferma, colui a cui attingere, colui che non avrà mai, per nessun bambino, uno sguardo di derisione o di supponenza, di possesso o di prevaricazione.  Empatico, "sa mettersi nei panni del bambino" capace di umiltà davanti alla meraviglia dell'infanzia che prova, riprova, si rassicura, persiste, ricerca, accoglie. 

Il prossimo appuntamento: Educare all'autostima tra  umiliazione e sincerità.

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
Ill. GB  e DoppiaW di Walter Kostner
foto da La tela di Carlotta

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